Repossi Macchine Agricole

“Con Integr@ possiamo far dialogare la parte produttiva e quella logistica-amministrativa; dal PDM c’è un passaggio automatico dei dati nella distinta base. Otteniamo due risultati: risparmio di tempo, perché il lavoro di inserimento dati viene fatto una sola volta, e riduzione delle possibilità di errore.”

L'azienda

È lunga ben 121 anni la storia di Repossi, azienda di Pavia specializzata nella produzione di macchine agricole e in particolare macchine per la fienagione. È nata infatti nel lontano 1898 ed è ancora a guida familiare, con l’ing. Gabriele Repossi a portare avanti la tradizione insieme a suo fratello Francesco. Una specializzazione che si è avuta soprattutto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, con la nascita dei primi ranghinatori a pettine trainati, a cui sono seguiti negli anni i ranghinatori semoventi, rotanti, doppi, tripli, elettroidraulici, le macchine per le stalle, ecc.

Man mano che la realtà agricola italiana cambiava, con la Pianura Padana sempre più industrializzata, la Repossi ha saputo ampliare il proprio orizzonte di lavoro, ed è oggi presente in Germania, Austria, il mercato principale, Francia, Giappone e da alcuni mesi anche negli Stati Uniti.

Se è sorprendente trovare, in un settore apparentemente dominato dai grandi colossi internazionali, un’ azienda italiana con 20 dipendenti e un giro d’affari di 2,5 milioni di euro, la spiegazione è in un numero: 30. Tanti sono infatti i brevetti che Repossi ha saputo sviluppare negli anni e che ne riassumono l’alta specializzazione e competenza.  Due le tecnologie in particolare, i ranghinatori a pettine (5 brevetti internazionali) e quelli stellari (altro brevetto internazionale), che garantiscono oggi il vantaggio competitivo. 

“La nostra caratteristica distintiva – spiega l’ing. Repossi – è di realizzare dei macchinari in grado di raccogliere il foraggio con il 75% di sporco in meno, praticamente privo di inquinamento esogeno. Può sembrare poco importante per i non addetti ai lavori, ma studi hanno dimostrato che la migliore alimentazione delle bovine si traduce in una maggiore produzione di latte, +0,8 litri pro capite al giorno. Questi dati spiegano perché la nostra azienda sia tra le poche finanziate dal Programma Europeo per la Ricerca Horizon 2020.”